I monti Bardellone e Fusarino, insieme ai rilievi circostanti, dividono l’ampia baia di Levanto dalla Val di Vara. Per secoli hanno rappresentato il punto di passaggio dal mare all’entroterra all’incrocio con la via Ligurum, utilizzata dalle antiche popolazioni liguri, che seguiva l’andamento del crinale. L’importanza di questo territorio come punto nodale per la viabilità è ancora oggi testimoniata dai numerosi sentieri e dalle mulattiere che, seguendo le linee dei crinali o le percorrenze di fondovalle, si dipartono dall’ampio pianoro chiamato Foce del Bardellone.
Tra questi percorsi fu la Via dei Monti a diventare la più praticata e importante durante il Medioevo. Salendo dalla pieve di Montale, superato il monte Piano, proseguiva per il monte Castellaro fino alla Val di Vara, passando per Cassana. Da Bardellone si poteva arrivare a Cassana seguendo anche un tracciato alternativo, rappresentato dalla mulattiera di fondovalle che fiancheggia il torrente. La frequentazione della zona a partire da epoche remote è attestata da numerose tracce ed evidenze archeologiche, come nel caso della vicina località di Campodonia, con il ritrovamento di una tomba ligure a cassetta risalente al III secolo a.C., lungo la valle del torrente Pignone nel luogo conosciuto come Albareto e sul monte delle Forche, piccolo rilievo poco lontano dal mare, dove sono tornati alla luce resti di una capanna riconducibile al Bronzo tardo o finale.
Su un preesistente castelliere ligure sorse il castello di Celasco, sul monte Bardellone, a confermare la rilevanza strategica di questo contesto territoriale. Fu possedimento dell’omonima famiglia che dal X al XIII secolo contrastò con il suo feudo di Valle i Da Passano, che controllavano il Borgo, primo nucleo della Levanto moderna.