Il toponimo Cebula è citato per la prima volta nel VII secolo dall’Anonimo Ravennate, che nella sua Cosmographia fa riferimento all’esistenza di un antico distretto a carattere rurale, un pagus romano. La sua scomparsa, determinata dalla caduta dell’Impero e dal progressivo sfaldamento della sua secolare struttura, porta alla nascita di una pieve documentata dal 1148 e concepita come chiesa matrice di una vasta area. Cebula, poi Ceula – Montale dal 1259, diventa una prestigiosa pievania, collante religioso, culturale, economico e politico del territorio, che in virtù della sua rilevante posizione strategica manterrà a lungo un ruolo fondamentale quale punto di passaggio per quei mercanti e pellegrini che percorrevano una delle principali vie di comunicazione che da Levanto si diramavano in direzione della Val Padana passando per Pontremoli.
La chiesa intitolata a San Siro risale probabilmente all’XI secolo ma nel tempo ha subito trasformazioni che ne hanno modificato l’aspetto originario, che ancora si coglie all’interno dove lo spazio è scandito dal ritmo degli archi a tutto sesto e delle colonne in pietra che suddividono l’ambiente in tre navate. La fase barocca si rivela in facciata, nelle linee curve e mosse che la scandiscono. L’annesso campanile si impianta su una torre di avvistamento per il controllo della costa, mentre sul fianco settentrionale dell’edificio è addossato l’oratorio cinquecentesco di Santa Croce che al di sopra del portale d’ingresso reca l’effigie del Volto Santo di Lucca, cara al mondo dei mercanti e pellegrini medievali.